«Fannulloni proprio no. Oggi il rapporto fra il numero dei contagiati in isolamento domiciliare, 2688310, e i MMG è di oltre 60 assistiti positivi al Covid e curati a casa per ogni medico. A questo si aggiunge la carenza dei medici di medicina generale che abbiamo già più volte denunciato e che determina un ulteriore sovraccarico di lavoro. E in più, l’impegno di garantire in ogni caso una disponibilità ad essere contattati per tutto il giorno».
Non ci sta il presidente della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, a sentire etichettati come “fannulloni” una parte dei suoi iscritti: i circa 42mila medici di famiglia. Ad asserirlo, la trasmissione “Controcorrente” che, nella puntata andata in onda domenica sera su Rete4, ha così titolato un servizio: “L’esercito dei fannulloni: ora tocca ai medici di base”.
«Tutti dovrebbero dire grazie ai medici per il lavoro che fanno»
«Certo, è strano: credo che, in questo momento, tutti dovrebbero dire grazie ai medici per il lavoro che fanno – constata Anelli -. Veniamo da due anni di pressione notevole, con difficoltà, da parte dei medici, a gestire anche gli affetti privati, a ritagliarsi il tempo da dedicare ai propri figli, alla propria famiglia. Alla pressione della pandemia si è sommato il contributo dato alla campagna di vaccinazione, che è stato determinante soprattutto per le terze dosi. E non dimentichiamo tutta la mole di lavoro per seguire i cronici, quella che è la loro missione peculiare, per cui sono chiamati».
«Io credo che in questo momento ci sarebbe bisogno di sostenere la medicina generale, di dare una mano ai medici di famiglia – continua – piuttosto che di trasmissioni che raccolgono, è vero, difficoltà da parte dei cittadini, ma in una fase particolare, in cui l’apice della pandemia ha fatto registrare un numero straordinariamente alto di contagiati».
«MMG hanno affrontato la pandemia a mani nude, tanti sono morti per compiere il loro lavoro»
«Io credo che ai medici vada detto ancora una volta grazie, che vadano incoraggiati e sostenuti – ribadisce Anelli -. Non fosse altro che per rispetto di tutte quelle persone che si sono dedicate agli altri. Hanno affrontato la pandemia a mani nude, tanti sono morti per compiere fino in fondo il loro lavoro. Credo che i medici vadano ringraziati per questo – prosegue -. E sostenuti per la capacità che hanno avuto di ‘metterci una pezza’. Di sopperire a un sistema, quello delle cure territoriali, che tutti hanno ritenuto un’organizzazione inefficace rispetto alle problematiche del Covid. Ci sarebbero voluti personale, infermieri, collaboratori di studio, un’organizzazione diversa».
«Ecco: tutto questo non c’era, non c’è – conclude il presidente Fnomceo -. Eppure, i medici di famiglia sono lì, ogni giorno, a fare da supporto a tutti, a garantire le terapie. A tenere in piedi un Servizio sanitario nazionale che, senza di loro, non avrebbe la stessa efficacia. Credo che i medici vadano sostenuti ancora una volta per questo lavoro che fanno in maniera indefessa. E i risultati sono straordinariamente evidenti, sotto gli occhi di tutti. Perché il lavoro che fanno è un lavoro che dà risposte alla stragrande maggioranza dei cittadini, se il 54,2% degli italiani, nel momento in cui devono scegliere qual è la cosa migliore, che vorrebbero mantenere, del Servizio sanitario nazionale, scelgono il medico di famiglia. Tutti quanti dobbiamo avere un senso di responsabilità in una fase così difficile e provare a migliorare i sistemi, anziché denigrarli».
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